Nina Madù e le Reliquie Commestibili


Una band specializzata in canzoni surreal-demenziali.
Nina Maduʼ semina nuova inquietudine grazie ai suoi brani, con lʼaiuto delle Reliquie Commestibili.

Nina Madù canta la sua città.
Le Reliquie Commestibili, terribilmente eleganti, prendono posto.
Dagli strumenti cominciano a sgorgare i loro suoni sinistri.
Come sbucata da una qualche grata della metropolitana, scintillante meravigliosa e orrida allo stesso tempo, fa capolino Nina Madù.
Si fa strada nell’atmosfera rarefatta creata dalla musica e la sua presenza porta con sè qualcosa di enigmatico.
Si avvicina al microfono e attraverso la sua voce inizia il suo racconto urbano.
I protagonisti e i luoghi di questo racconto sono l’Uomo col Riporto, incontrato sul tram in Coni Zugna, la Coppia Etero che incede faticosamente sul pavè della Ripa, un Sushi – All you can eat dove qualcuno chiede insistentemente gelato fritto, la Mummia col carrello nel parcheggio dell’Esselunga, i Bambini con le Occhiaie alla fermata della 92 che ti scudisciano con i loro auricolari, lo Chef crudista convertito al cannibalismo, i Grandi Magazzini cattedrale e meta di pellegrinaggio dove ti vaporizzano addosso un persuasivo profumo titolato Killer Attitude.
Nina Madù, che è giaguara urbana e punzecchia la pelle d’asfalto della sua città con le punte dei suoi stivaletti a spillo, pronuncia tutte le parole del suo vocabolario per cantare questo ritratto multiforme.
Le fedeli Reliquie seguono questo flusso incessante e metabolizzano continuamente nuovi stili per ri-vomitarli plasmandosi al racconto.
Forse qualche inquietudine attecchisce.
Nina Madù ha svolto il suo compito e sparisce nell’ombra di qualche vicolo.

La città vive fortemente nelle sue zone sommerse non immediatamente visibili una spiccata propensione alla ricerca nellʼambito dellʼidentità di genere.
Da qui, un circuito vivace di situazioni e situazionismo allʼinterno del quale proliferano zone ʻliberateʼ in cui ci si sperimenta, trasgredendo le prescrizioni del modello conforme.
In questo perimetro ha trovato il suo ossigeno Nina Madù, un personaggio creato da Camilla Barbarito, cantante attrice milanese attiva in ambiti musicali molto diversi tra loro.
Il contesto dentro cui muove i suoi primi passi è la Serata Casbah, insieme a Cassandra, la prima Drag Queen intellettuale della Conca dei Navigli, e a Ulisse Garnerone, polistrumentista, ricercatore nell’ambito delle strumentazioni elettroniche d’epoca.
‘’Questo quartiere meritava un racconto di sè, proprio per il suo essere zona di frontiera e di convivenza pacifica tra normalità e altro,  e di fatto costituisce il retroterra e la radice da cui veniamo, con la sua memoria e i suoi luoghi come per esempio la Casa delle Bambole, ovvero le prime travestite di Via Gaudenzio Ferrari 14, o l’Alexander di Via Gaetano Ronzoni, primo locale ‘en travesti’ degli anni ’80.’’
Nina Madù si è fatta benvolere in questi ultimi anni e annovera un variegato seguito tra persone poco ordinarie e sensibili al fascino del grottesco.
(Ma sorprendentemente ha incontrato il favore del pubblico anche nei contesti più eterogenei)
Le sue canzoni sono a loro modo diventate un cult di nicchia grazie ai suoi gorgheggi ed ai testi spiazzanti ed ironici, ma anche ai suoi mirabolanti costumi di scena come il corpetto fatto di molteplici Barbie, la pelliccia di bucce di banane (vere ed essiccate), il giubbino di mammelle (ventotto per l’esattezza) o il chilometrico strascico di nastri magnetici e musicassette.
La sua esibizione si declina in diverse forme:
quella electro rock e quella da camera con strumenti classici.
Grande punto di forza l’essere cangiante, duttile e trasformista.

Testi
Camilla Barbarito
Voce
Nina Madù
Batteria / Synth
Il Bullo Psicologico
Chitarra
L’Abbietto Infame
Synth
Mr. Drive Unghie-sulla-lavagna

Versione da camera:
Violino
Eloisa Manera
Flauto
Carlo Nicita
Violoncello

Marco Remondini